Storie di andata/ritorno

La patria è il mare che accoglie il fiume della moltitudine.
Quella moltitudine nella quale ognuno va senza allontanarsi e senza perdersi, il Popolo, camminando al passo con i vivi e con i morti.
E quando si esce da quel mare, da quel fiume, soli tra cielo e terra, bisogna raccogliersi e reggere il proprio peso;
bisogna ricucire tutta la vita passata che diventa presente, e tenerla sospesa perché non si trascini.
Non bisogna trascinare il passato, né il presente;
bisogna levare in alto il giorno appena trascorso, ricongiungerlo con tutti gli altri, sostenerlo.
Bisogna salire sempre. Questo è l’esilio, una china, ancorché nel deserto.

María Zambrano, Le parole del ritorno, Città aperta ed., 2003, p. 23.

  • SALITE E DISCESE

    Bella zi Nei mesi freddi Luigi Sperandei tornava la sera a casa col solito treno, una mezz’ora di viaggio dalla città al paesotto. I bambini finivano le loro attività pomeridiane a quell’ora così poteva prendere un passaggio per arrivare fino a casa. Normalmente aveva la bicicletta per questo tragitto di qualche chilometro andata e ritorno…

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  • IL POSTALE

    Il suono della nave in porto si ripeté tre volte facendo sobbalzare coloro che stavano affacciati dalla parte di prua. L’imbarco procedeva lento come il pomeriggio che andava incontro alla sera.Si preparava un tramonto estivo da pomeriggio caldo e da sole bianco, nulla di particolare di fronte agli smaglianti tramonti dei mesi primaverili.La primavera nelle…

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