È una giovane iniziativa editoriale, fondata insieme con Esther Weber nell’aprile di quest’anno per tesoreggiare un’esperienza redazionale (Pentàgora) durata dal 2012 al 2022.In questo tempo dove la cultura è premiata quando si fa spettacolo, connotato dal dilagare della virtualità, dalla volgarità che inquina la comunicazione, dalla paura… attraverso questa proposta vorremmo contribuire a rispondere – con il linguaggio del libro – a domande autenticità, di senso e aderenza con la vita che sentiamo diffuse e urgenti; vorremmo privilegiare narrazioni che hanno al centro la vita quotidiana, i contesti verosimili, dove i personaggi sono come persone (e non viceversa), storie nelle quali ci si possa riconoscere; incoraggiare linguaggi generativi e consapevoli (ciò che è precluso all’ “intelligenza” artificiale); lasciare spazio anche a riflessioni e sguardi disallineati dalle mode e le monoculture di questi anni; insomma, vorremmo pubblicare libri nutrienti, mai effimeri, se possibile necessari.Lavoriamo in un piccolo borgo montano dell’Appennino genovese, pochi abitanti, qualche animale da stalla, boschi, silenzio, nessun negozio o servizio né possibilità di distrazione: tra valli strette e strigliate dal vento, per toccare la luce lo sguardo deve farsi verticale, il cuore tenersi caldo.Come scegliamo i libri? Solo quelli che ci innamorano – come il romanzo di Zena Roncada “Il cuore delle formiche” o “La raccontadina” di Francesca Pachetti; disprezziamo l’editoria a pagamento perché il nostro destinatario non è chi scrive, ma chi legge; riconosciamo i diritti autoriali dalla prima copia venduta; curiamo un editing stretto che può durare mesi, perché c’è solo tempo per la bellezza.E nel fare tutto questo, ci orientiamo su tre valori:
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