“I viaggi che io vado facendo dall’estate del 1976, e sono passati ormai quasi trent’anni, ebbero un inizio assolutamente spontaneo. Un po’ come si sapeva e si leggeva un tempo, riguardo al ‘ragazzo’ pieno di fantasia e irrequieto che di nascosto raggiungeva il porto e osava imbarcarsi, se riusciva, in maniera clandestina. E’ la passione che vince le regole e fa intuire e sperare che il meglio sia ‘oltre’.

Queste parole sono una freccia scoccata dall’arco di Alberta Bigagli verso l’aperto. Proprio questo incipit annuncia il ritratto di chi lo scrive e, contemporaneamente, il suo percorso di prassi e pensiero. Ho già apprezzato a voce alta il lavoro, la postura, la tensione pensante di Bigagli su Cartavetro, anche per forte consonanza personale, qui invito a considerare anche la dimensione documentativa distribuita in dieci anni di una rivista ideata da Fiorella Falteri.  I testi di Alberta sono integrati da numerosi scritti di persone approdate alla lirica durante e dopo la propria partecipazione agli incontri studio laboratoriali condotti dalla psicologa poeta. La rivista aveva cadenza semestrale. Con una bella grafica, sempre significativamente attenta a considerare la scansione di sezioni dentro cui esplorare il coro delle tessiture. Sempre ospitando righe di lettori tra cui Mariella Bettarini, Paolo Ruffilli, Daniela Monreale, Pietro Civitareale, Giovanna Fozzer, Gabriella Fiori, Liliana Ugolini, Giorgio Barberi Squarotti. La stima totale di queste risposte esterne si unisce anche all’ammirazione stupefatta di molte altre persone verso una personalità come quella di Bigagli, anomala per la sua amorevolezza verso l’umanità, innervata di rigore, tenacia, perseveranza, ascolto, fiducia, continuo e assoluto studio verso la flessione verbale e non verbale, capace di toccare e suscitare anche la poca vita dell’altra creatura in sofferenza, e in qualche modo salvarla dall’indistinto.

Bigagli ha avuto e sta avendo la fortuna di una persona collaboratrice che era e rimane attivissima alla cura del suo lavoro: Fiorella Falteri.

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