POEMATA

Kosnstantinos P. Kavafis. Traduzione di Renata Lavagnini. Traduzione di Renata Lavagnini

Edizioni d’Arte di Enrica Dorna (2024)

È un capolavoro editoriale. O meglio, creaturale. Un libro che è un organismo coltissimo lavorato con eleganza, fin nel minimo dettaglio, vocato alla bellezza nelle sue stratificazioni sensoriali. Il libro cambia ritmo, consistenza della pagina, segno, colore, accede alle radici del tempo dentro cui respiravano gli originali di cinquantaquattro poesie composte da Kavafis, datate 1912-1919, appena uscite dalla tipografia Th. Kassimati e K. Jonìàs di Alessandria, da dedicare all’amico storico Christòforos Nomikos.  Si tratta di una cartella dentro cui i fogli erano fissati con un fermaglio di metallo. Il viaggio di questi fascicoli usciti da Alessandria e casa di Nomikos, raggiungerà negli anni ’80 Londra in un’asta, da cui la cartella sarà acquista da un raffinato collezionista che ne farà successivamente dono per consacrare un compleanno.

Enrica Dona, dopo un immane lavoro che rispecchia la preziosità corporea di questo infinito lirico, restituisce al mondo il dono. Sfogliarlo è sentirne la musica non verbale, oltre che la poesia di Kavafis.

Tremiamo guardando l’indice: la grafia elegante di Kavafis aggiunge ai titoli stampati quelli delle poesie più recenti. Percepiamo le macchie d’inchiostro, i significati del tempo, la postura della sua mano.

La parte in italiano ha un corpo semitrasparente di carta speciale che ci permette di leggere anche il rovescio della parola, la sua schiena.

Ho tra le mani non solo il canto splendido di Kavafis, ma un passaggio di testimone. Un ponte tessuto con la grazia di altrettanta arte.

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