Segnalo questo cammeo lirico cesellato da un poeta serissimo, vocato a un’essenzialità scorticante e scorticata, cristica. Lo spogliamento da ogni eccedenza si verticalizza su un’asta lirica attraverso la quale il canto si manifesta nella pagina. Come una croce lampante. Rispondono i quattro chiodi, Clavis affigitur cruci, di Andrea Nicolato, come segni estratti da ogni quotidiana crocefissione. Segni, corpi, non simboli evocativi. Così, nella stessa stoica tensione, Ragliani distilla il suo canto in una concentrazione estrema di spirituale, colta, umilissima soglia artistica e esistenziale.
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