Tanti anni fa, un giornalista di un quotidiano locale marchigiano ci chiese cosa significasse il nome composto UMANIEVENTI e quale fosse l’intento principale di quell’associazione da poco costituitasi (erano sì e no sei mesi, anno 2011) all’interno di un panorama così affollato di gruppi impegnati nell’ambito culturale. La nostra risposta fu che l’idea di umanità, della “social catena” non poteva essere disgiunta dall’organizzazione di incontri ed occasioni di scambio culturale, e che l’idea di fondo era dare uno spazio, una modalità, uno spunto inedito per dimostrare quanto le varie forme artistiche possano essere collegate ed influenzarsi, intrecciarsi, ibridarsi (da qui, il sottotitolo “ibridazioni culturali” che abbiamo apposto al nostro sito internet).
In questi 13 anni, la nostra posizione non è cambiata, anzi: la convinzione si è rafforzata, alla luce delle collaborazioni, delle discussioni sempre costruttive, dei numerosi momenti di creatività e riflessione che abbiamo messo in piedi, con tenacia e volontà di contribuire al dibattito culturale regionale – ma non solo. Abbiamo quindi allestito letture, mostre, concerti, incontri di condivisione di idee e gusti letterari, il tutto sempre all’insegna dell’apertura a culture di ogni latitudine, della critica costruttiva e collaborativa, della crescita nel rispetto ed inclusione.
Il nostro primario interesse è rivolto da sempre alla letteratura, poiché molti di noi scrivono o sono appassionati lettori, soprattutto di quella marginale e splendida forma letteraria che è la poesia. Secondo il nostro punto di vista, la scrittura in versi è una chiave inconsueta per leggere il reale, ma anche una forma particolare di cura ed attenzione alla vita, che guarda con occhi che sanno indagare e rintracciare quel motivo per cui vale la pena davvero continuare a lottare e difendere questa avventura umana.
Le forme che abbiamo adottato sono state molteplici, dalla classica presentazione con autori al reading musicato, dalla tavola rotonda aperta al pubblico alle mostre di arte figurativa o fotografia, sempre con un’attenzione particolare a mettere in luce quei legami, a volte più evidenti ed altre più sottili e sotterranei, tra i diversi modi di dare voce alla propria riflessione sul mondo e le sue dinamiche. L’intenzione principale è sempre stata quella di dare ad artisti emergenti l’opportunità, oltre che i luoghi, fisici o, durante la pandemia, virtuali, per esprimersi, farsi conoscere, e soprattutto fare nuove conoscenze intessendo relazioni che conducessero a future sinergie.
In quell’intervista di tanti anni fa, quando ci venne chiesto di sintetizzare in un’immagine simbolica quello che intendevamo fare, pensammo subito ad un’azione ardita ma essenziale nella nostra contemporaneità: gettare un ponte. Questo avrebbe significato – e tuttora significa – stringere un legame: innanzitutto, con i nostri luoghi, visto che UMANIEVENTI ha operato in svariati contesti a della regione Marche, valorizzando soprattutto i meravigliosi piccoli borghi del nostro territorio per poi far dialogare persone e modi di vedere l’arte.
In questo momento, la nostra attività si svolge prevalentemente a Montecosaro, dove abbiamo trovato un vivo interesse ed una totale disponibilità per l’allestimento delle nostre attività. Da cinque anni, con una pausa dovuta al lockdown e alle successive restrizioni, continuiamo a far incontrare il nostro pubblico affezionato con poeti, narratori, musicisti, artisti visivi, creando eventi che in qualche caso sono stati un’occasione davvero emozionante di confronto, di dialogo, di fertile interazione (ad esempio, il festival “Sostantivo femminile”, ad ottobre 2019, completamente dedicato ad esponenti donne del mondo culturale regionale).
Ormai molta strada è stata percorsa e le pagine scritte insieme a tante e tanti amici sono numerose, ma tutto questo non fa altro che sollecitarci ancor di più a costruire ancora ponti, a lavorare per far incontrare le idee, per dare un convinto contributo al progresso della nostra società.


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