TÉRA. LA TERRA

Carlo Ragliani. Con introduzione di Maurizio Casagrande

Ronzani (2024)

Ragliani è un poeta assoluto che usa la lingua a frusta, schioccando. Schioccando sulla propria carne. E questa volta la carne canta in dialetto con una voce corporea aspra, diretta, sorta dal proprio dolore incistato, radicato nel proprio corpo, oltre. Oltre, fin dentro la terra, nella dimora dei semi. Il sentire la morte senza abbassare lo sguardo, di più. Sostenerne la tremenda presenza come strumento di misura e di consapevolezza.

Cantare in dialetto qui per Ragliani non è una scelta ma uno stato di necessità linguistica, biologica. Se si percuote la terra con i piedi, danzando, lo si fa solo in dialetto. Non per niente Maurizio Casagrande affianca quest’opera, con rispondenza lirica e fraterna. 

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