L’indagine sul rapporto tra Virginia Woolf e le scrittrici italiane si circoscrive qui al tema del tempo e, in particolare al tempo che si delinea nei romanzi storici. Si tratta di grandi scrittrici del Novecento che hanno la capacità di “riconoscere, assorbire e rilanciare il geniale insegnamento della Woolf”.
Non è casuale che il punto di riferimento sia la grande scrittrice inglese, poiché la ricerca porta alla definizione di un tempo delle donne, al loro modo di pensarlo e sentirlo. Nel romanzo storico in particolare l’idea sembra necessaria per la compresenza di un tempo del racconto e di un tempo della rappresentazione letteraria. Subito si apre la questione di una storia che sia capace di render conto della realtà umana che consiste nel complesso tessuto dei destini individuali da strappare all’anonimato. Uno dei modi per esprimere questa possibilità è la connessione, espressa per esempio in Anna Banti, tra biografia e narrazione storica. La specificità femminile consiste nel riuscire ad esplorare gli interstizi della storia alla ricerca delle vite di donne, anche attraverso la messa in scena della discontinuità temporale.
Anna Banti, Gianna Manzini, Fausta Cialente, Maria Bellonci, Elsa Morante, Gina Lagorio, Goliarda Sapienza, Melania Mazzucco costituiscono la sequela delle italiane che si sono cimentate con il romanzo storico, ma la conclusione del libro è incentrata su Marguerite Yourcenar, traduttrice di Le onde di Virginia Woolf e profonda esegeta della sua opera, oltre che scrittrice di libri celeberrimi.
In Yourcenar, ci dice Farnetti, “la relazione con il passato è una forma della sua stessa passione per il mondo, la messa al lavoro della sua coscienza e della sua riconoscenza di esserne parte e un inesausto atto d’amore per la vita. Ma il passato come risorsa vitale, come figure che attendono di essere amate, per continuare a essere, in se stesse e in noi, nello ‘spirito del tempo’, uno spirito generosamente nutrito dall’intelligenza femminile”.

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