Delicatissima quest’opera che nella sua lievità insegna. In una pulizia estetica concentrata su essenzialità e morbidezza, viene illuminata e rovesciata la dinamica della caccia e, aggiungo io, della guerra, colta nella sua banalità , ottusità e arroganza.
Alla solitudine di un cacciatore fondato sul fucile, risponde l’amorevolezza tenerissima dell’abbraccio di mamma orsa e del suo cucciolo. In mezzo alla quiete bianca, coprente e discendente della neve, i nasi dei due animali sono due punti neri individuabili. E’ lì che punta l’uomo. Il maschio. Il predatore. Potrebbe non esserci scampo se non fosse la neve a cancellare il visibile, proteggendolo e salvandolo.
Quando un’opera insegna le vie della pace, smascherando ironicamente la ripetizione dello sparo, l’opera è da consegnare alla nuova generazione dei lettori e delle lettrici come atto di bellezza e di civile insegnamento.
Il testo di Rury Lee era stato giĂ pubblicato nel 2012 e, ripreso, giustamente da Babalibri cinque anni dopo.
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