Un’opera che riprende il mio filo con Adriana Zarri. Qui, la propongo, estraendo il libro a me donato come presenza di una maestra la cui scrittura sempre ci offre orizzonti di riflessioni e di orientamento. Zarri nasce a San Lazzaro di Savena nel 1919. Suo padre mugnaio ascolta tutti e poi dispensa farina per sfamare la gente. Per le sue posizioni teologiche non ben allineate esce da un istituto secolare di Milano e comincia la sua scrittura su L’Osservatore romano, Studium, Servitum, Il Regno, Concilium, Rivista di teologia morale, Rocca, Adista, Politica, Settegiorni, Il Manifesto, arrivando con acuta potenza espressiva a Samarcanda, Le tematiche sono tra le più attuali e scomode: divorzio, aborto, celibato ecclesiastico, il magistero, la povertà della chiesa, l’ordinazione delle donne, il dibattito politico. Nel 1969, insieme a Wilma Gozzini, è la prima donna laica ammessa nel direttivo dell’Associazione Teologica Italiana. Nel 2004 accetta la candidatura per le elezioni europee nella lista di Rifondazione Comunista. Eremita presente, schietta, vivissima nel mondo, voce e silenzio al tempo stesso, spoglia di qualunque tentazione autoreferenziale. Si spegne il 18 novembre 2010: “E la morte sarà un sonno; come quando la sera, stanchi dalle fatiche del giorno, ci abbandoniamo sul letto e il sonno ci coglie, cediamo al sonno fiduciosi, senza paura perché sappiamo che all’indomani c’è il risveglio.” Leggiamo queste sue righe da Quasi una preghiera.
Qui, in quest’opera, il suo pensiero ambientalista, contro la caccia, contro l’allevamento intensivo, i pesticidi, gli zoo i circhi, contro qualunque edulcorazione interpretativa del rapporto con gli animali, cita “lo stucchevolissimo Fratello sole, sorella luna” di Franco Zeffirelli, entra in riflessioni che pungono. L’uccisione dell’animale e quella del vegetale. “Vestirsi di sacco” contro un consumismo che anestetizza il nostro cuore mente e riconoscersi, praticando sensibilmente, amorevolmente, cognitivamente, l’alleanza con gli animali. Da Genesi, nasce per la prima volta questa parola: alleanza. Nominando, l’amica gattologa Rossana Rossanda, lei stessa autodichiara i suoi tre gatti, Malestro, fotografato spessissimo, sua moglie e la fiera figlia Arcibalda, verso loro la sua custodia, ospitalità e soprattutto amore.
Lascia un commento