Che cosa portare in tavola quando la gente mangia, comodamente seduta, conversando con amenità sorridente magari accennando qua e là a una guerra che continua proprio vicino ai nostri confini. Si potrebbero scaraventare sulla tovaglia i corpi rotti che Gino Strada e i suoi compagni eroici medici cucivano e ancora continuano a farlo, in assenza del fondatore di Emergency. Si potrebbe nominare Aldo Capitini, il suo significato potente di costruttore di pace, quotidianamente, incessantemente. Ma di questi tempi, è difficile l’ascolto. Si ha una fretta risolutiva che sintetizza e semplifica, con un’aggressività assertiva che non ammette la sponda.
Per questo propongo l’incontro con Ernst Friedrich (1894-1967), attivo fin da giovane nel movimento operaio, antimilitarista e anarchico, viene condannato nel 1916 per atti di sabotaggio contro l’industria bellica e per il rifiuto di arruolarsi nell’esercito. Nel 1924 pubblicò Guerra alla guerra! E, qualche mese dopo, aprì il primo Museo Internazionale contro la guerra a Berlino, un importante spazio politico e culturale che resterà aperto, nonostante diversi tentativi di censura, imprigionamento e confisca da parte delle autorità di Weimar, fin quando i nazisti, saliti al potere, lo requisirono per farne la prima sede operativa delle S.A, e poi raderlo al suolo. Friedrich venne arrestato, riuscirà a fuggire e, entrato in clandestinità , si unirà alla resistenza francese fino alla liberazione. Negli anni successivi continuerà a battersi per la pace.
In collaborazione con l’Anti-Kriegs-Museum, Guerra alla guerra, viene rieditata da WoM Edizioni nel 2022, con traduzione di Debora Barattin, prefazione di Moni Ovadia. Due fili elettrici illuminano:
i versi di Edoardo Sanguineti da Novissimi Testamentum. Manni Editori, Lecce, 1966
guerra alle guerre è una guerra da andare,
lotta di classe è la guerra da fare.
E le parole stesse di Ernst Friedrich:
“Finché il Capitale governa e opprime il popolo, le guerre continueranno ad esserci! Combattete il capitalismo – e combatteremo contro ogni guerra!”
Non credo si tratti solo di capitalismo, purtroppo, ma di dinamiche patriarcali cannibaliche che dominano il destino dell’umanità .
L’opera si apre con un’introduzione feroce, accorata, urlata, dello stesso autore da cui prelevo alcuni passi necessari e quanto mai, purtroppo, ancora attuali.
La “guerra” è stata glorificata in versi dal genio del poeta borghese, mentre lo scrittore proletario ha descritto con parole gonfie di collera questa carneficina.
…
Gli stati maggiori e i grandi strateghi non hanno il coraggio di andare in battaglia, né di morire loro stessi di quella “morte eroica”. Per questo hanno inventato le belle parole di “patria” e “campo d’onore”, parlano di “difesa” e altre bugie.
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Chiunque costringa il popolo alla guerra o lo inciti all’omicidio di massa sarà ritenuto responsabile della vita dei soldati attraverso i propri beni e la propria vita!
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Rifiutate il servizio militare!
Il padre che regala al figlio soldatini giocattolo, lo forgia anch’egli alla guerra.
La spada di legno diventerĂ un giorno il coltello da macellaio che trafigge il corpo di un uomo!
Noi (gli oppositori alla guerra) dobbiamo sottrarci all’alone mistico della guerra, al fascino dell’uniforme, e definire i soldati per quel che veramente sono:
assassini professionisti pagati dallo Stato
addestrati in scuole per assassini autorizzate dallo Stato (chiamate anche caserme),
per commettere il più orribile di tutti i crimini: l’assassinio!!!
…
Il vero eroismo non consiste nell’uccidere, bensì nel rifiutare di uccidere!
…
E voi donne
Se, il giorno venuto, i vostri uomini saranno troppo deboli o vigliacchi per farlo, allora li fermerete voi!
Donne di tutto il mondo, unitevi!
…
Locandine, copertine di libri, fotografie di giocattoli offrono una vera e propria documentazione di ciò che culturalmente va a preparare la disposizione aggressiva, l’esaltazione che sublima un virilismo patriottico, identitario. Subito dopo, le immagini, sostenute da una cruda ironia narrante, entrano nelle fosse comuni, inquadrano le amputazioni, le impiccagioni degli obiettori di coscienza, i bambini scheletrici, le facce orribilmente mutilate, i corpi accatastati, sterminati, gli edifici sfasciati, i fucilati e ogni altra terribile testimonianza.
L’opera è stata tradotta in 40 lingue, conformemente alla volontà dell’autore, qui in quattro lingue: italiano, tedesco, francese, inglese.
Lo proporrei come libro di testo durante le lezioni di educazione civica.
E si potrebbe proporre come tema per l’esame di stato.
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