La prima opera di Zanobini nasce da una maturità anagrafica e si porge con economia misurata del verso, attenta e già consapevole. Il titolo significa la tensione della scrittura verso l’essenzialità , verso una soglia liminale esistenziale al limite del dicibile, in un cromatismo che richiama un registro totale di temperatura, dalla freddezza nivea al calore tiepido dell’albume.
Molto dolore viene cantato, non solo in costante sorgenza dal proprio io, ma da un noi tutti incastonato nelle dinamiche millenarie della guerra e dei suoi orrori.
Qui la via di neve che la Madre
ci apre col sangue – questo
il tempo, un orlo bianco
ricamato in filo ogni giorno
vene fredde a cavallo del ghiaccio
i nodi incrociati da un ferro ricurvo
come la Croce oscilla si piega
i segni: le palestre
di rami carichi a spezzarsi
la galaverna immacolata
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