Giovanni D’Alessandro, dopo un silenzio durato dodici anni, con il nuovo romanzo Lo sperduto, Città Nuova Editrice, 2024, offre al lettore una storia d’amore a cerchi concentrici; anzi diverse storie d’amore che, nel loro svolgersi, definiscono il proprio cerchio e i legami, riconosciuti e taciuti, che innervano e tengono, dentro gli altri cerchi, le vite. Il primo cerchio è quello costituito da Marcello Angelozzi e Maria Vittoria, Mavi, Pacitti, studenti di terza liceo, che poco prima di sostenere gli esami di maturità scoprono che stanno per diventare genitori. Vengono così scagliati, come frecce, dopo aver affrontato i rispettivi genitori, in una dimensione nuova in cui sono per certi aspetti ancora figli e, per altri, si misurano con la realtà della gravidanza e, poi, con la nascita di una bimba, Benedetta. La sorella maggiore di Marcello, Teresa, sarà una figura chiave, sempre accanto a lui, protettiva e severa, ruvida e accogliente, come una sorta di angelo custode. Il secondo cerchio è quello delle rispettive famiglie che, in modi diversi, aiuteranno i due ragazzi a gestire la loro nuova condizione. Il terzo cerchio è quello di Marcello e di suo padre, il notaio Mario Angelozzi, figura incombente e autoritaria che obbligherà il figlio a iscriversi a Giurisprudenza e non a Medicina, come avrebbe voluto, seguendo le orme della sorella che si era sottratta ai voleri paterni. Mavi e Marcello si laureano rispettando, con cronometrica puntualità , i tempi previsti; così lei, dopo il concorso, si dedicherà ad insegnare il suo amato inglese e lui, riuscirà a vincere, al primo tentativo, quello da notaio. La loro vita si espande e conquista un nuovo cerchio, dove di lì a poco, arriverà Niccolò. Marcello, che si sente come una tessera di mosaico che finalmente trova il suo posto, potrà fare pace con se stesso e con il suo lavoro. La sede assegnata, in un paese del teramano, lo impegna solo alcune ore a settimana, così può lavorare, prevalentemente, nello studio del padre a Pescara. Seguono anni di crescita, professionale e personale, che regalano un tempo felice.
Il passaggio di testimone dello studio fra lui e suo padre, andato in pensione, gli consentirĂ di dare una piĂą decisa impronta personale alla sua professione e, il sostegno economico al progetto di costruzione di un poliambulatorio in Eritrea, fortemente voluto dalla sorella, gli permetterĂ di riannodare un filo con il suo desiderio, frustrato, di dedicarsi alla medicina.
Un malore di Mavi, poi una diagnosi terribile che impone il duro confronto con la malattia, riscrive il nuovo calendario della quotidianitĂ , scandita da cure e ricoveri. La morte di Mavi spezzerĂ il loro cerchio e Marcello si troverĂ solo, sperduto senza la sua guida e le sue parole che hanno dato senso, illuminato e retto il suo e il loro cammino insieme. Solo, ora, a dare, nel nuovo cerchio che si è creato, parole ai figli – lui che ha sempre parlato poco e si è aggrappato a quelle di Mavi – alle loro richieste e alle loro scelte che li porteranno a Milano, Benedetta a studiare Medicina e Niccolò Giurisprudenza. SarĂ proprio Niccolò, inconsapevolmente, ad offrire al padre un varco nel tempo accartocciatosi nel rimpianto e nella resa alla calma piatta di giorni chiusi nella voragine dell’assenza. A Pescara è arrivata una ragazza di Glasgow, Elspeth McKay, per l’Erasmus, e ha bisogno di trovare una casa. Marcello, che assume questo compito come una estensione degli impegni di padre, si troverĂ proiettato dentro una dimensione che cambia, di nuovo, tutto. ScoprirĂ gli affanni e i trasalimenti dell’amore, le tensioni dei desideri e i patimenti dei sensi di colpa nei confronti della moglie morta e dei figli, a cui teme di sottrarre quel che è rimasto della loro famiglia. La grande differenza d’etĂ , lei è piĂą giovane della figlia, la paura dei giudizi dei figli e degli altri, le sue incertezze saranno la causa, dopo che lei sarĂ tornata in Inghilterra, di un silenzio protrattosi per un anno. SarĂ proprio una conversazione fra i figli, ascoltata per caso, e il ricordo di una sorta di testamento, anche questo un cerchio d’amore, che Mavi ha affidato ai versi di Christina Georgina Rossetti, una poetessa inglese dell’Ottocento, nata e vissuta a Londra, ma la cui famiglia era originaria di Vasto in Abruzzo, ad offrire a Marcello una autentica rivelazione. In questo libro, Il mercato dei folletti e altre poesie, lasciato sul letto dell’hospice, ultima dimora di Mavi, due segnalibri indicano le poesie a cui la moglie ha affidato il suo estremo messaggio. I versi finali di quella intitolata Remember me, sembrano quasi un viatico: E se ti capitasse di scordarmi per un po’/ e ricordarmi dopo, tu non dispiacerti;/ se buio e corruzione salveranno/ una traccia dei miei pensieri per te/quanto sarĂ meglio il tuo dimenticare e ridere/ che il tuo ricordare ed esser triste.
Un nuovo sguardo sulla vita e sul suo mondo lo porterĂ ad accogliere Elspeth tornata a Pescara dopo essere stata ferita da un ex compagno violento e possessivo, nella sua casa, e a offrire, ai suoi figli e al suo mondo, la rivelazione di un nuovo cerchio d’amore che non chiude e non esclude, ma che riesce a trovare il suo incastro, il suo posto esatto, nelle vite di tutti loro. Giovanni D’Alessandro, con una scrittura fluida e un registro ironico – che riesce a trasformare l’oscuro gergo tecnico dei notai in una sorprendente declinazione dei versanti dell’amore – ci conduce, con una figura complessa e, per un lungo tratto, irrisolta, come quella di Marcello, dentro i chiaroscuri e le pieghe dove si rifugiano paure e desideri, slanci e fughe. Le dinamiche familiari, le psicologie dei personaggi vengono rese con precisione e profonditĂ , dando al romanzo il respiro largo dell’alchemico impasto tra vita e racconto della vita.
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