Continua la bella collana diretta da Antonio Bux, Le mancuspie, con l’opera di Valentino Ronchi. Già noto, oltre che per la sua poesia, per la sua narrativa, per la sua attenzione bibliofila. Attualmente è libraio presso la Libreria Arcadia nell’omonimo cinema di Melzo, dentro cui sono disposte all’incontro moltissime opere dell’editoria indipendente, libri usati e d’occasione, anche nel settore del cinema e del collezionismo cinefilo.
Il titolo ci porge subito il registro lirico di Ronchi, acceso in un baricentro basso: un punto luce che attraversa in chiarezza e precisione il quotidiano e raggiunge in progressione lirica narrante l’intimità dell’esperienza. Si nominano luoghi, persone. Domande frusciano tra persone, in un verbale di conversazione o in una tessitura del pensiero. La pulizia del verso leviga via ogni retorica, restituendo il fiato all’attrazione fisica, alla complicità barattata, ai significati infiniti della relazione. Viaggiamo in traiettorie di una quasi autobiografia spogliata di autoreferenzialità.
Lascia un commento