LA RETE ROTTA

Silvano Sbarbati

affinitĂ  elettive (2024)

Oltre per una recensione a questo romanzo, la mia penna qui ha la funzione di porgere attenzione anche a questa piccola casa editrice, fondata e diretta da Valentina Conti, il cui merito è soprattutto di valorizzare il territorio regionale delle Marche, con attività personale oltre che organizzativa e editoriale.

Silvano Sbarbati merita sempre ascolto e lettura, per la sua umile e rigorosa intelligenza versatile, per la sua appassionata e fertilizzante disposizione alla coniugazione di persone e esperienze. Occasione qui per ricordare il concorso, da lui fondato e curato, assieme a molti collaboratori e collaboratrici, di Corpi di/versi, con Anffas Jesi e Anffas Macerata e Fondazione Anffas Macerata onlus, che si propone di creare e mantenere viva la sensibilitĂ  sociale nei confronti delle situazioni di fragilitĂ  e diversitĂ .

La rete rotta è un romanzo leggibile, tutto d’un fiato. Le ultime due pagine ne sintetizzano la trama. Si tratta di un omicidio scandito da tre colpi di pistola, un vero e proprio residuato bellico. La prosa è asciutta e specchia ripetutamente uno a uno i ritratti dei protagonisti con un taglio cinematografico. La rapidità del tratto calligrafico non indugia nei riverberi psicologici proprio per intensificare la sospensione tesa del giallo.

Assistiamo visivamente allo scorrere quasi cronachistico di questo episodio omicida ambientato, non casualmente, nel 1954. Potrebbe essere una vera e propria sceneggiatura di cui manterrei il titolo, felicemente indovinato.

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