L’opera comprende le seguenti sezioni: Grammatiche, testi usi a firma di Cristiana De Santis, Salvatore C. Sgroi; Testualità fra vecchi e nuovi media a firma di Giuseppe Paternostro, Vera Gheno, Mario Chici, Ivana Vermiglio; Il testo nella didattica delle lingue a firma di Vincenzo Pinello, Clelia Farina, Adele Pellitteri, Elena D’Avenia, Fabrizio Leto, Andrea Testa; Testualità e letteratura a firma di Morena Rosato, Gisella Blanco, Margherita Ingoglia; Roberto Sottile. Saggi di etnolinguistica. Ogni saggio è corredato da bibliografia.
Tra i saggi, una luce particolare, sebbene necessariamente veloce, su L’Intertestualità nella canzone italiana fra riferimenti letterari e cultura pop. Di notevole interesse e urgenza di approfondimento, visto quanto la canzone permea la nostra vita quotidiana e quanta commistione e confusione esiste con la poesia. Soprattutto su questo si centra il saggio di Giuseppe Paternostro, portando cucitura tra Roberto Roversi in collaborazione con Lucio Dalla, Pasquale Panella lavorando con Lucio Battisti, nominando Franco Fortini e Italo Calvino, Sergio Liberovici e Roberto Leydi nel progetto Cantacronache. La canzone d’autore (Fossati, De André, Bob Dylan, De Gregori, Battiato) del tutto diversa per profondità qualitativa dalla canzonetta, si fonda su una cultura letteraria e filosofica. Qui Paternostro ne ha solcato i riferimenti.
L’altro saggio che vorrei citare ha il titolo: La parola del silenzio nella poesia contemporanea di Gisella Blanco. Mi ha fatto estremamente piacere quanto e come Blanco abbia riammesso in evidenza nomi attualmente sommersi come Iolanda Insana, qualificando la sua intensità terragna, Assunta Fininguerra dall’egotismo roccioso e reticente. Accanto a queste due matrici liriche lo sguardo intelligente sulla nuova frontiera lirica di Alessandra Carnaroli dentro cui slang e linguaggio parlato compiono fratture e disossamento semantico. Riflessione anche sul mio lavoro. Da qui ringrazio.
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