Il libro di Gloria Chiodi, Dai Flagellanti alle Casse di Risparmio e Prestito, Arsenio Edizioni, 2021, riconsegna pagine di storia della comunitĂ di Torano Nuovo (TE) insieme a tessere che aiutano a ricomporre un disegno generale. Il pregio maggiore di questo libro, è che si tratta di un libro di storia locale ma non localistica, perchĂ© l’Autrice ha saputo coniugare lo sguardo e la lettura del particolare con l’analisi del contesto generale da cui è definito e che concorre a definire. Per questo, il volume si colloca nel solco della migliore lezione della microstoria, di quella disciplina di ricerca che, nel mettere in primo piano accadimenti e processi studiati in piccoli ambiti, recupera conoscenza e memoria e ne rileva le connessioni che tengono insieme la piccola e la grande storia e le reciproche influenze. Come recita il titolo, quello che ci viene proposto è il lungo itinerario di trasformazione degli istituti di beneficenza che si incentra su Torano Nuovo, ma le cui dinamiche sono comuni a tutto il Regno di Napoli e, dopo l’UnitĂ d’Italia a tutto il Paese, pur con le tante e profonde differenze che la ricerca storica restituisce. Viene descritto e analizzato il lungo processo che ha portato le attivitĂ di beneficenza, da prerogativa delle organizzazioni di fedeli, espressione delle opere di caritĂ , a diventate progressivamente prerogativa esclusiva dello Stato. Le Confraternite, sorte per scelte devozionali, sono state il soggetto storico principale di questo processo; un soggetto di lunga durata, pur nelle inevitabili modifiche delle norme e della mentalitĂ che ne hanno accompagnato il lungo cammino, che oltre ad occuparsi delle attivitĂ e delle frequentazioni liturgiche, ha assistito i malati, aiutato i poveri e seppellito i morti. Quest’ultimo compito ha sempre rivestito un ruolo di grande importanza, perchĂ©, come è noto, il destino delle anime dopo la morte e l’importanza delle preghiere in loro suffragio sono il fondamento primo della fede cattolica e delle espressioni, spesso molto suggestive, della religiositĂ popolare. L’Autrice, quasi come una premessa, ricostruisce in apertura del libro la storia della Prepositura, un’istituzione legata alle prime forme di monachesimo sorte per opera di San Benedetto, che con il suo celebre ora et labora segnò una svolta epocale nella storia della chiesa e non solo, andando a recuperare i terreni abbandonati dopo le pestilenze e le carestie, per farne la leva dei nuovi monasteri da cui si irradiava la predicazione del suo ordine. Le abbazie dipendevano solo dalla Santa Sede e, quando i terreni erano tanti e dislocati in localitĂ distanti tra loro, l’abate mandava un preposto come suo uomo di fiducia. L’Autrice ricostruisce con una sintesi molto efficace il complesso rapporto tra Santa Sede, abbazie e Capitoli. In Abruzzo vi erano molte prepositure, perchĂ© gran parte dei territori – così come nelle Marche – appartenevano alle abbazie. A Torano Nuovo la prima notizia sulla prepositura risale al 1153, con la bolla di Papa Anastasio che assegna Torano e la chiesa di San Flaviano al vescovo di Teramo, fino a quando non divenne prepositura dipendente dal Duca d’Acquaviva, famiglia che tenne quasi sempre il feudo di Torano, tranne una breve interruzione nel 1200. L’Autrice ricostruisce in maniera puntuale la trama complessa dei rapporti, spesso conflittuali tra vescovo, Capitolo e Duca; la sovrapposizione e gli intrecci sulla giurisdizione e quindi l’amministrazione liturgica ed economica, con la riscossione delle rendite, di chiese, cappelle e possedimenti è uno dei fili, fra i piĂą interessanti, che percorre – quasi un sottotesto- tutte le pagine del libro. Altro aspetto, che merita di essere sottolineato, sia per il valore documentale sia per gli aspetti piĂą generali che pone in evidenza, è quello relativo alle visite pastorali che costituiscono, per estensione cronologica e per dovizia di particolari, una delle fonti piĂą importanti della ricerca storica. La storia della Chiesa di San Flaviano, della sua ubicazione, degli arredi sacri che vi erano e del loro valore economico viene esposta, con molti dati, fino alla sua riduzione, per impossibilitĂ di recuperare l’edifico, viste le gravi problematiche igienico-sanitarie e per la instabilitĂ muraria, allo stato profano nel 1932. Negli anni ’40 del Novecento, la chiesa, dopo gli esiti di un terremoto fu definitivamente abbattuta, il titolo parrocchiale trasferito alla chiesa della Madonna delle Grazie e la sua memoria sopravvive ora nella targa che identifica Largo San Flaviano. Altra presenza importante che ha segnato non solo la storia di Torano è quella del beneficio di San Massimo da Varano, sede di un’abbazia benedettina e residenza estiva dell’abate mitrato di Montecassino, di cui viene qui ricostruita tutta la sua parabola. In questo senso è di particolare interesse il quadro economico segnato dall’amministrazione dei possedimenti, dalla riscossione, in tomoli di grano, secondo il sistema feudale, e dei rapporti con i contadini che avevano i terreni in affido con l’enfiteusi. Accanto alla rete delle prepositure, vi era quella delle confraternite. Nell’introdurre questo tema, molto opportunamente, Gloria Chiodi parte dalla etimologia della parola e dai significati semantici, teologici e storici che essa ha disseminato nel corpo della chiesa e nelle comunitĂ dei fedeli. Le prime associazioni nacquero con lo scopo di aiutare i bisognosi e di assicurarsi il suffragio dopo la morte. L’Autrice, patendo dalle prime associazioni nate in Toscana e in Emilia, traccia un rapido quadro della loro diffusione, anche nell’Italia meridionale, citando il caso – davvero molto interessante, per il sistema molto avanzato della sua organizzazione – delle staurite o estaurite che esistevano a Napoli. Ma le prime associazioni laiche, le vere e proprie confraternite, nacquero intorno alla metĂ del 1200 su impulso del movimento dei Disciplinati. Fondato nel 1260 dall’eremita Ranieri Fasani che incitò i cittadini di Perugia alla penitenza e, riprendendo una pratica giĂ usata nell’XI secolo nei monasteri, a flagellarsi pubblicamente per chiedere la misericordia divina. Questo movimento si diffuse rapidamente in Italia e in Europa, assumendo nomi come Flagellanti, Battuti, Disciplinati, Frustati. Pur essendo nate all’interno della Chiesa e poste sotta la sua egida, le Confraternite tentarono di affrancarsi e, intorno al 1500, riuscirono a conquistare la loro autonomia, diventando dei veri centri di potere. Le piĂą numerose furono quelle dedite alle opere di misericordia spirituali e corporali e fra queste, di particolare rilievo religioso e storico, sono quelle che si dedicavano alla sepoltura dei morti. In tempi segnati da ricorrenti pestilenze e carestie, il problema assumeva una grande rilevanza sociale e, diremmo oggi, di emergenza igienico-sanitaria Ma, pari se non di maggiore importanza, era il compito di assicurare le esequie al corpo e un viatico di salvezza all’anima. Una particolare importanza assunsero le Confraternite del Santissimo Sacramento – istituite dal Concilio di Trento – di solito ospitate nella chiesa principale, che vedevano l’adesione pressochĂ© totale della popolazione a cui si affiancava spesso una confraternita mariana, composta da donne, che rappresentava uno dei pochi luoghi di espressione della religiositĂ femminile. Scorrono pagine ricche di notizie e di dati, normativi, religiosi, economici che ci restituiscono un grande e affascinante affresco storico, sociale e culturale. L’Autrice dipana la storia di queste associazioni, dalla loro prima diffusione ai grandi cambiamenti del Quattrocento e poi a quelli determinati dalle norme dettate dal Concilio di Trento, che dette il via a quel poderoso processo teologico, liturgico e spirituale noto come Controriforma, seguendone poi lo sviluppo e le profonde trasformazioni, in particolare nel Settecento, con la nuova visione proposta dall’Illuminismo e l’Ottocento con le riforme dello Stato ad opera di Napoleone, fino alle disposizioni emanate dal nuovo Stato unitario e alle ulteriori modifiche degli anni Venti del secolo scorso. Va qui, di nuovo, sottolineato la complessa dinamica dei rapporti tra potere civile e potere religioso che fanno delle Confraternite un terreno di confronto e, piĂą spesso di scontro. Ad ogni volgere di sistema politico si stabiliscono nuovi quadri legislativi, si rivendicano competenze, si ridisegnano ruoli e funzioni, a riprova dell’importanza religiosa, economica e sociale che le Confraternite hanno saputo costruire ed esercitare lungo un arco plurisecolare di tempo. Passando dal generale al particolare, l’Autrice si occupa delle Confraternite di Torano, a partire dalla prima, quella del Santissimo Sacramento istituita nel 1597, come si legge nella prima pagina del registro, ma che probabilmente esisteva giĂ da prima – e questo è un dato di grande interesse storico generale – perchĂ© come riporta Gloria Chiodi, in una nota del 10 agosto del 1513, troviamo scritto ‹‹Lorenzo Polidei, per la Confraternita del Santissimo Sacramento in questa chiesa di San Flaviano dona due piedi di olivi delle migliori che vi sono sopra il terreno, che il medesimo tiene in enfiteusi in Contrada di Fonte Cacciuno›› Sottolineo questa notizia perchĂ© il donatore non era il proprietario del terreno, che apparteneva invece ai Marcitti di Civitella del Tronto, famiglia che ha avuto, per molto tempo, beni e possedimenti a Torano. L’Autrice ripercorre la storia di questa associazione, descrivendo i compiti liturgici e sociali svolti, il suo rapporto con la comunitĂ e con le autoritĂ civili e religiose, i nomi dei priori che si sono succeduti alla sua guida, i beni che possedeva, fra cui gli arredi sacri, i periodi in cui poteva fare le questue e la prerogativa dell’organizzazione della festa del Corpus Domini. Vi erano poi le Confraternite del Santo Rosario e della Santissima TrinitĂ , sorte entrambe su impulso dei domenicani e quella del Suffragio, la piĂą ricca, eretta nel 1672, insieme al Sacro Monte dei Morti, che avevano sede nella Chiesa della Madonna delle Grazie, attuale chiesa parrocchiale con la quale la Confraternita ha condiviso la sua storia, narrata anche dalle visite pastorali che si sono succedute dal 1610 fino ai primi anni del 1900. Storia questa complessa e, a suo modo, paradigmatica perchĂ© racchiude tutti temi affrontati nel libro: i rapporti tra la Confraternita e il Vescovo, la sua amministrazione economica, le attivitĂ svolte, il rapporto con le autoritĂ civili locali e provinciali, dal Sindaco al Prefetto, attraverso i mutamenti e rivolgimenti politici e normativi, le dispute sull’attribuzione dello statuto di regio patronato alla chiesa e le conseguenti competenze, la rivendicazione della sua appartenenza alla confraternita, le modifiche della chiesa e il suo ampliamento con i preventivi di spesa e l’elenco dei materiali, i vari conteziosi instauratisi con il proprietario della casa adiacente, fino alla conclusione dei lavori con la realizzazione della facciata e del frontespizio ad opera della Congregazione della CaritĂ , subentrata all’Ente di Beneficenza e degli Ospizi nel 1862. Seguendo le evoluzioni degli scenari generali arriviamo ad uno dei momenti che ha segnato in profonditĂ la sorte di queste associazioni e la societĂ tutta. Con la Restaurazione si imprime una potente accelerazione al processo di cambiamento che segnerĂ la fine delle Confraternite e il progressivo avvento di istituti ed enti statali dedicati alla beneficenza. Nel 1806 le attivitĂ di vigilanza sugli Stabilimenti di Assistenza e Beneficenza vengono poste in capo al Ministero dell’Interno e nelle province, dal 1809, l’amministrazione delle opere di beneficenza viene affidata agli Intendenti coadiuvati da una Commissione composta dall’Ordinario Diocesano e da tre “probi” cittadini. La compresenza di esponenti laici e religiosi, in tutte le forme organizzate che la caritĂ cristiana e la beneficenza hanno assunto, è un aspetto che ha generato spesso conflitti di potere che l’Autrice non manca di ricostruire e analizzare. Gloria Chiodi, seguendo le ricadute di queste trasformazioni nel corpo della comunitĂ di Torano, riporta le decisioni assunte dall’Amministrazione Comunale, le modalitĂ delle nuove organizzazioni, il rapporto tra beneficiari e amministratori degli organismi deputati alla beneficenza, la contabilitĂ , i nomi dei cassieri, i contenziosi, gli accordi, il passaggio di riforma in riforma di beni e finanze ai nuovi istituti, i rapporti tra clero e potere civile, altro filo importante di questo racconto storico, fino alla trasformazione delle Congreghe di CaritĂ in Casse di prestito e alle leggi del 1926 e 1927 che ne regolamentavano compiti e composizione. Una ulteriore parte di questo lavoro che merita una particolare sottolineatura è quella relativa ai monti frumentari, sorti ad opera delle Confraternite, che hanno avuto una grande importanza economica e rappresentano uno dei primi esempi, se non il primo, di microcredito. Attraverso la storia di questo istituto, ricostruita in modo sintetico ma puntuale dall’Autrice, è possibile leggere, in filigrana, le dinamiche economiche delle societĂ agricole, il complesso mondo che gravitava attorno al ciclo della semina e dei raccolti e della societĂ che ne veniva espressa. Per questo le pagine dedicate al monte frumentario di Torano e alle persone che ne hanno determinato le vicissitudini, possono essere lette come pagine di storia generale. Le stesse considerazioni valgono per i monti pecuniari, nati dal surplus generato dai monti frumentari, e dalle dinamiche sociali ed economiche che portarono da questi alle casse di Prestito e Risparmio. Anche queste pagine, che fra l’altro documentano il tentativo non riuscito, di istituire a Torano una Cassa di risparmio, consentono – grazie all’Autrice che continuamente intreccia storia locale e storia generale- di leggere i processi profondi che hanno plasmato istituzioni, mentalitĂ , cambiamenti di regimi politici e forme dell’organizzazione dello Stato. Questo libro, inoltre, a ben guardare, permette di capire perchĂ© in Italia e in Europa – ecco una delle valenze generali di questo lavoro – esista un sistema di welfare, sconosciuto in paesi di diversa tradizione culturale; su come valori religiosi abbiano trovato una declinazione laica e, organizzazioni devozionali, abbiano poi gemmato, in un percorso durato secoli, aspetti costitutivi dello Sato moderno, con l’enuclearsi di quei valori, convincimenti e dettati costituzionali e normativi che, in altri ambiti, sono materia di studio della dottrina dello Stato e del pensiero politico. Ecco perchĂ© questo è un libro di storia, che non offre solo un contributo di conoscenza puntuale e documentato su uno specifico contesto, ma concorre a definire, con la sua particolaritĂ , il quadro storico nazionale.
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