Ho incontrato Evghenij M. Solonovich l’11 Maggio scorso quando alla Casa delle Letterature ha ricevuto dall’Assessore alla Cultura Miguel Gotor la Medaglia Città di Roma come riconoscimento per la sua lunga attività di traduttore di poesia e narrativa italiana. L’occasione era data dalle sue traduzioni di Giuseppe G. Belli che tanto successo hanno riscosso presso il pubblico russo.
All’insigne italianista che ha da poco compiuto novant’anni ho posto le seguenti domande per conto di Cartavetro blog alle quali ha risposto volentieri augurando il successo dell’iniziativa.
Domanda n.1:
Lei è famoso per aver tradotto i maggiori poeti e narratori italiani. A suo avviso, come si presenta agli occhi dei lettori russi il panorama letterario del nostro Paese?
1.Il panorama letterario italiano non mi sembra particolarmente vivace. Le tematiche sono molto autobiografiche e personali e difficilmente comprensibili per uno straniero. O forse sono io che ultimamente non ho scoperto autori nuovi. Il mio campo di elezione è la poesia e anche ora continuo a tradurre poeti che già conoscevo e che ormai hanno passato la cinquantina. Per cui non saprei cosa dire sui giovani poeti emergenti. Probabilmente ci sono, ma io non li conosco. Mi interessa ultimamente di più la prosa. Mi sono molto divertito a tradurre i Momenti di trascurabile felicità e i Momenti di trascurabile infelicità e anche Momenti trascurabili. Volume 3di Francesco Piccolo. Quest’ultimo sta per uscire presso la casa editrice Corpus di Mosca. Probabilmente in questo momento c’è bisogno di leggerezza e l’ironia e autoironia di Piccolo hanno molto successo presso i lettori russi.
Domanda n.2
In base a quali criteri seleziona gli autori che ritiene di far conoscere al pubblico russo?
2. Scelgo sempre secondo il mio gusto personale gli autori da far conoscere ai lettori russi. Tutte le volte che vengo in Italia giro per le librerie e guardo nella sezione poesia che cosa c’è di nuovo. Questa è una prima ricognizione. Poi chiedo ad amici e conoscenti che cosa hanno letto di recente e che cosa c’è di nuovo e di importante nel panorama letterario. Ovviamente guardo se gli autori che ho già tradotto hanno pubblicato nuovi libri. Così ho fatto per esempio ultimamente, nel caso di Vivian Lamarque e Antonella Anedda che ho tradotto per un’antologia, Nuova poesia italiana dal 1980 ad oggi, curata dall’Istituto Italiano di cultura di Mosca e appena pubblicata. Della Lamarque ho acquistato due libri, L’amore da vecchia e Poesie per un gatto. Li sto leggendo e mi sembrano interessanti. Molti poeti sono ormai diventati dei cari amici e mi mandano i loro nuovi libri. Così hanno fatto, per esempio, Giovanni Perrino con la sua ultima raccolta, Il breve tempo, e Alessandro Niero, uno slavista che è traduttore e anche poeta.
Domanda n. 3
Gli intellettuali russi sono noti per essere attenti e appassionati osservatori della cultura europea. Secondo lei, tale interesse è destinato a durare nonostante la grave crisi attuale che limita persino i viaggi e gli scambi culturali?
3. Sì, l’interesse degli intellettuali russi nei confronti della cultura europea, secondo me, è destinato a durare nonostante le difficoltà del momento presente. Certo, ora si pubblica meno ma sono sicuro che presto si riusciranno a riprendere i contatti, come prima. Io sono un ottimista. Sarà l’età …
Domanda n. 4
Il successo del suo Belli in Russia è stato clamoroso. Se l’aspettava di tali dimensioni e quali potrebbero essere le possibili spiegazioni?
4. Sì, modestamente mi aspettavo un grande successo, e non solo per le mie traduzioni, anche se mi rendevo conto di aver fatto un ottimo lavoro ma soprattutto perché i Sonetti di Belli sono sempre molto attuali e rappresentano una critica verso i potenti che accomuna i russi e gli italiani. Ho cominciato a pubblicarli durante la perestroika e hanno avuto subito un successo incredibile, il sonetto I cancelletti sembrava scritto apposta per la campagna contro l’alcolismo di Gorbačev. C’era molto in comune fra la Roma papalina e l’Unione Sovietica e c’è molto in comune con la Russia di oggi. Uno degli ultimi sonetti che ho tradotto è Li soldati bboni, un sonetto antimilitarista che ora risuona particolarmente attuale.
Domanda n.5
Lei si trova a Roma per ricevere un altro importante riconoscimento da parte dell’Amministrazione Capitolina. Tutti siamo molto felici per tale meritato riconoscimento ma anche perché tale gesto può essere considerato come un segnale incoraggiante di disgelo nei rapporti bilaterali almeno a livello culturale. Oltre che con la sua prestigiosa presenza non ritiene che gli intellettuali possano dare un importante contributo perché si torni presto agli intensi rapporti degli anni precedenti l’attuale crisi?
5. Sono molto felice del riconoscimento ricevuto. Ci tenevo, perché sono molto legato a Roma ed è un riconoscimento meritato perché per tutta la vita non ho fatto altro che tradurre poesia italiana. Il centro studi G. G.Belli che mi ha proposto per questo prestigioso riconoscimento ha ricevuto numerose congratulazioni e un professore, di cui non dirò il nome, un eminente germanista ha scritto: “mi congratulo due volte con gli amici del Belli per il prestigioso riconoscimento a Evgenij Solonovich, perché esso premia un illustre italianista russo che tanti meriti ha acquisito traducendo Belli in russo; poi, perché è un atto di coraggio civile contro la deriva russofobica che sta imperversando in Italia da oltre un anno, in maniera indegna e vergognosa”.
Condivido e non aggiungo altro.
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